Il buio è luce.

 
"Sei bellissima". 
Era il ritornello di quella sera, Matteo me l'aveva detto così, all'improvviso, senza pensarci e mi aveva colta di sorspresa, spiazzandomi. Nessumo mi ha mai detto "sei bellissima", o almeno nessun ragazzo in modo così  naturale, spontaneo, non costruito... vero, lo pensava veramente ed è questo che mi ha lasciato senz fiato a tal punto da sbiancare.
Sono sdraiata sul letto a fissare il soffitto; non ho abbassato la tapparella, in modo da permettere alla notte di entrare a abbracciarmi, ne ho bisogno. Quella frase non mi lascia più, si è aggrappata e mi si presenta sempre davanti, saltando fuori proprio quando penso di essermene liberata; mi rannicchio abbracciando il consiglio e rivivo quella scena, i suoi occhi il suo sguardo, il suo odore, la sua voce. 
La notte mi lascia pensare tranquillamente, anche se non so ancora se è un bene o un male, a questo punto.La notte è bella proprio per il suo silenzio, la sua aria meditabonda, è riflessa in se stessa e si basta, non è a disagio a stare in silenzio; vorrei essere notte, che avvolge tutti e se stessa, che osserva tutto, in silenzio, ascolta e apprende, conosce, impara sempre cose nuove. Nell'Orlando furioso la luna è il posto in cui finiscono i desideri accantonati, tutto ciò che viene perso e secondo me è proprio perchè la luna è il centro della notte: il pensiero, l'orecchio, l'occhio, il centro operativo della notte per come l'ho descritta prima; di notte si abbandonano i desideri effimeri per far posto ad altri, e la luna lo vede, raccoglie i desideri abbandonat, li consola e li custodisce; quando le notti successive si ritorna a pensare la luna ti mostra i tuoi stupidi desideri per farti comprendere che sono cose effimere, la vita è altro e dobbiamo perseguire i nostri obbietttivi, quelli veri, importanti.
E' così che il buio diventa luce, quando ti costringe a riflettere; il buio è luce, è un paradosso, mi piace, anche questo  ti costringe a pensare a meno che tu non sia una persona superficiale, allora neanche la notte può qualcosa. Quando incontri un paradosso, un ossimoro, un antitesi, non puoi fare a meno di riflettere per entrare in quel concetto e svelarne il mistero, quel legame apparentemente assurdo tra i due termini principali; i paradossi... hanno sempre avuto il loro fascino.
Nei miei voli pindarici non ho pensato più, anche se per poco, a quella affermazione... sì beh, ora ci sto pensando, ma perchè quando una cosa non te la aspetti non riesci a metabolizzare l'avvenimento con rapidità, sia bello che brutto.
Non mi sono mai vista bellissima, neanche bella, forse carina sì ma solo perchè ho visto gente peggiore, quindi è tutto relativo: se sono in una stanza con le mie amiche mi sento bruttina, piuttosto bruttina sì, mentre se c'è anche altra gente magari peggio allora mi ricordo di essere quantomeno guardabile. Ma bellissima, è così esagerato! Eppure lo ha detto con aria così naturale, così diretta e guardandomi negli occhi, come se non fossi che io al mondo; penso sia una sensazione che chiunque dovrebbe poter provare, sentirsi unica al mondo, speciale! Non è un qualcosa di vitale, perchè ti puoi sentire speciale anche da sola, senza un ragazzo che ti tiene per mano in strada, che poi neanche io ho, perchè non è una relazione definita, non saprei neanche che pensare.
Non penso, questa è la soluzione, almeno la più apparentemente semplice... magari lo fosse davvero! Ora che ci ho fatto caso non riesco a non pensarci; ma da quando mi faccio questi problemi? Sono sempre stata una sulle sue, evitando qualsiasi ragazzo o relazione, senza farmi troppi problemi nello stare sola, anzi stare sola non è un problema, e allora perchè mi interessa che tipo di relazione abbiamo stabilito io e Matteo?
Forse è meglio lasciare raffreddare il mio cervello!
Ma cime faccio? Ripenso a quel pomeriggio, a quelle parole. Stavo al parco sotto casa per studiare e prendere aria e sole, ma anche per stare sola, lì  non c'è mai nessuno, apparte chi passa per andare in qualche casa vicino la mia. 
Non mi preoccupavo di chi passava, perchè quel pomeriggio volevo dedicarmelo, stare con me stessa e basta, è per questo che quando ho sentito una mano posarsi sulla mia spalla il mio cuore ha perso un battito e sono quasi caduta dalla panchina, ma lui mi ha presa, non so dire come dato che ero sotto shock. Alzo lo sguardo una volta seduta, ma non mi ricordo come mi ci sono messa, lo vedo vicino a me con lo sguardo preoccupato; non so bene come l'ho guardato, ero ancora sconvolta, quasi arrabbiata, perplessa, confusa ma infine felice e rilassata, quindi non oso immaginare il risultato di quel cocktail dato che lui è esploso in una più che sonora risata per poi abbracciarmi. Lui poteva restare, perchè anche lui fa parte del pomeriggio-dedicato-a-me; siamo rimasti seduti a parlare e poi mi ha offerto un gelato e una sigaretta, che devo dire mi sono gustata in pieno, respirando profondamente e buttando fuori ogni cosa negativa, perchè se sto con lui non c'è spazio per tristezza o preoccupazione.
Quando stava per tramontare mi dice solo "Andiamo col motorino", nè dove, nè perchè, solo questo. Io salgo dicendo "Va bene", non so se avevo un tono preoccupato, flebile, rassegnato, ma io ero solo entusiasta nell'attesa di scoprire dove stavamo andando. Iniziamo a salire per una strada non cementata, e al'ultima curva riesco a intravedere tutto il golfo e le città limitrofe, ma lo spettacolo doveva ancora arrivare perchè girata quella curva raggiungiamo un prato, ci sediamo e ci godiamo la vista per intero di ci che avevo appena intravisto poco prima. E proprio quando il sole stanco si stava per tuffare, lasciando spruzzi che passano dal rosso all'arancione per diventare blu, viola e molti altri colori anche impercettibili, lui si gira a guardare me che me ne stavo seduta beata, con una faccia a dir poco entusiasta nel perdermi in quello spettacolo. Sta in silenzio a guardarmi, io lo so, ma non mi voglio girare, e non lo faccio finchè non dice proprio "sei bellissima"; ed è stato come se avessi sussultato nel girarmi a guardarlo, nel vedere i suoi occhi così felici, che lasciavano trasparire la sua genuinità. Non sapevo che rispondere, non sono abituata ai complimenti, così sono rimasta a guardarlo a mia volta, finchè non so come, ma i miei occhi erano chiusi e mi stavo gustando il suo sapore, la sua passione, le sue emozioni... e le mie, che non erano da meno: ero tutta un brivido, felice, quasi sospesa in una dimensione ultraterrena, beandomi di quella felicità reciproca e condivisa.
E ripensando a questa immagine ad occhi chiusi mi addormento, cullandomi tra quegli istanti.